lunedì 25 ottobre 2010

I propri spazi e il diritto di essere coppia

Noi genitori ci scontriamo spesso con l'aspirazione di dare ai figli tutte le cure e le attenzioni che sono loro necessarie rispetto all'esigenza di mantenere uno spazio privato da riservare per noi stessi.

Quando però consideriamo come sinonimo di poca amorevolezza il desiderio di poter goder oltre che dei figli anche della vita, rischiamo di alimentare un senso di insoddisfazione che può diventare un sentimento di colpa.

Quando si convergono troppe energie sulla dimensione genitoriale si perdono occasioni di dialogare con se stessi e si attenua di conseguenza, l'attenzione a ciò che si pensa, si vive e ai propri bisogni. Questo "silenzio" può diventare pesante e favorire la creazione di muri che si possono valicare soltanto commentando, osservando, condividendo e fronteggiando le richieste che riguardano il figlio. Assieme alle cure affettuose per i nostri figli, possiamo rischiare di iniziare a covare rancori verso di loro perchè si porteranno via non solo tutto il nostro tempo, ma anche tutto l'interesse del partner, cioè tutto quello cha avevamo pregustato di vivere nella vita a due.

Questa solitudine interiore, questo far tacere passioni e desideri possono fare nascere tra i coniugi un allontanamento difficilmente recuperabile, un distacco che crea conseguentemente un clima di pesantazza attorno al figlio.

Ciascun genitore, infatti, si può sentire in colpa per qualsiasi scelta che non sia dettata dal sacrificio e dal dovere. Ed è questo sentimento che produce quella insoddisfazione che porta a sentirsi sempre e perennemente affaticati. Allevare i figli diventa prevalentemente sinonimo di fatica piuttosto che un'occasione per sperimentarsi in una nuova e arricchente relazione umana.

Peraltro, sopraffatti dalla quotidianità, siamo davvero in difficoltà a ricavarci uno spazio come coppia e ci si trova troppo spesso a dover rinunciare a momenti a due.

E' invece fondamentale, per la vitalità del rapporto coniugale, che la coppia possa viversi e sperimentarsi come tale. Il marito dovrebbe aiutare la moglie ad uscire dal rapporto simbiotico con il bambino e richiamarla alla necessità di conciliare le due identità: quella di moglie e di madre.

Se invece ci si perde di vista, vengono a mancare quel dialogo, quella complicità e quella solidarietà genitoriale che servono per sostenersi reciprocamente nel compito educativo. E' di questa condivisione tra padre e madre che il bambino si nutre affettivamente.

E' normale che il figlio o i figli tendano continuamente a incunearsi all'interno del vincolo coniugale nel tentativo di ricevere più attenzioni di quelle che un genitore dà al proprio partner e se la coppia si lascia sedurre da queste richieste del figlio gli fa credere di essere più importante della coppia genitoriale stessa.

Questa convinzione non aiuta il figlio a maturare perchè lo rende così soddisfatto della posizione acquisita, da spingerlo a rinunciare ad evolversi e crescere.

Intanto puoi arricchire me e noi tutti con i tuoi importanti feedback ...

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