giovedì 8 settembre 2011

Educare alla libertà 3^ parte

Il valore educativo della fiducia

L’espressione “educare nella libertà” permette di insistere sulla necessità che la formazione avvenga in un clima di fiducia. È evidente che le aspettative degli altri in relazione al nostro comportamento funzionano come motivi morali delle nostre azioni.

Quando siamo oggetto di fiducia ci sentiamo incoraggiati ad agire; è paralizzante, invece, accorgersi che non godiamo della fiducia degli altri. Questo appare evidente nel caso delle persone più giovani o degli adolescenti, che sono nella fase di dover modellare il carattere e danno molto valore al giudizio altrui.

Avere fiducia significa avere fede, dare credito a qualcuno, considerarlo capace di verità: di manifestarla o di conservarla, a seconda dei casi, ma anche di viverla. La fiducia che si concede all’altro suole provocare un duplice effetto: un sentimento di gratitudine, perché si è coscienti di poter trarre beneficio da un dono; inoltre, la fiducia favorisce il senso di responsabilità.

Chi mi chiede qualcosa di importante spera che io gliela dia, perché ha fiducia che io possa farlo: ha di me un alto concetto. Se questa persona si fida di me, io mi sento spinto a soddisfare le sue aspettative e a rispondere dei miei atti. Confidare in qualcuno è un modo molto profondo di affidargli qualcosa.

Gran parte di ciò che possono fare gli educatori dipende da quante buone disposizioni essi hanno saputo suscitare nelle persone. Dunque, i genitori devono guadagnarsi la fiducia dei loro figli, concedendogliela loro per primi. Nel caso di figli molto piccoli conviene stimolare l’uso della libertà; per esempio, i genitori devono chiedere alcune cose e spiegare loro che cosa è bene e che cosa è male.

Ma questo non avrebbe molto significato se mancasse la fiducia, quel reciproco sentimento che aiuta la persona ad aprire la propria intimità; altrimenti diventa difficile proporre mete e iniziative che contribuiscano alla crescita personale.

La fiducia si dà, si ottiene, si genera; non si può imporre, né esigere. Uno diventa degno di fiducia con il proprio esempio di integrità, dando per primo quello che chiede agli altri. Così acquisterà l’autorità morale necessaria per chiedere; allora si capisce che educare nella libertà rende possibile educare la libertà.

L’educazione si può intendere sicuramente come una capacità della libertà a percepire il richiamo di ciò che ha valore – di ciò che arricchisce e invita alla crescita - e ad affrontare le relative esigenze pratiche. Questo si ottiene proponendo certi usi della libertà, proponendo attività piene di significato.

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