mercoledì 21 marzo 2012

Ma non è peccato

Qualche giorno fa in Tv ho visto un servizio su alcuni siti Internet, che offrono la possibilità a persone sposate di incontrarsi e eventualmente avere una relazione extraconiugale.

Secondo quanto dichiarato da chi usufruisce di questo “servizio” il gran numero di iscritti è dovuta al fatto che si possono incontrare altre persone senza alcuna implicazione sentimentale, perché sarebbe l’unione di due soggetti, che in realtà non vogliono in nessuno modo sconvolgere la propria tranquillità familiare.

Ho notato che tutti questi siti fanno riferimento alla parola “peccato” (Tradire non è peccato, Non tradire sarebbe un peccato, ecc). E mi piacerebbe sapere, essendo nati negli USA , se anche nella versione originale avevano questo slogan o se lo hanno riservato allo sbarco nel Belpaese, di nota e comprovata fede cattolica.

Infatti la parola peccato ci vuol far credere che sì, non è giusto tradire il partner, ma infondo se lo si fa con chi è già sposato è meno grave, perché dividiamo la colpa a metà e poi magari ci pentiamo (sicuramente appena arriva il conto del servizio).

In contrasto con questo è uscito un dato relativo a un’indagine, che rileva che in Italia il valore fondamentale è la famiglia, proprio quella famiglia in nome della quale per tradire si sceglie un soggetto anonimo, e sposato, trovato su Internet.

La cosa che mi ha meravigliato del servizio è che gli uomini intervistati, sono convinti che tradire la moglie con una donna sposata, quindi senza rischio che diventi un’amante fissa, sia meno grave e meno disgregante, e sono convinti che mentre sono a cena con la signora incontrata on line le mogli siano a casa a curare i pargoli. Ma se anche le loro mogli fossero iscritti a questi siti?

Sicuramente questo non è un modo per salvaguardare la tranquillità familiare e usare la famiglia come scusa è ancora peggio.

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